Biblioteca Mozzi Borgetti

Indirizzo:

Piazza Vittorio Veneto 62100 – Macerata.
Coordinate GPS: 43.298794, 13.451067

Il percorso

All’ultimo piano della Biblioteca comunale Mozzi – Borgetti si trova la Specola dei mondi d’Oriente. Proprio nel luogo deputato in passato proprio alle osservazioni astronomiche oggi è possibile gettare lo sguardo verso Oriente. Il legame tra Macerata e l’Oriente ha radici lontane e vede proprio in Padre Matteo Ricci il capostipite di questa relazione culturale che si chiude cronologicamente con la figura di Giuseppe Tucci. Sei sono i personaggi presentati che nell’arco di quattro secoli questi personaggi hanno scoperto territori, popoli e nazioni, che spesso hanno descritto per la prima volta e fatto conoscere in occidente. Sono stati geografi, cartografi, storici,etnografi; matematici ed astronomi; linguisti che hanno elaborato i primi dizionari di lingue come il cinese e il tibetano confrontate con lingue europee moderne e lo stesso latino. Hanno fatto conoscere quelle culture all’Europa e questa a quei popoli. Sono stati costruttori di relazioni durature tra la civiltà europea e la civiltà della Cina e dei paesi di cultura confuciana come sudest asiatico, corea e Giappone; le civiltà dell’India, del Nepal e de Tibet, di tradizione induista e
buddista. Alcuni, come Matteo Ricci, Teodorico Pedrini e Cassiano Beligatti erano stati spinti dal desiderio della evangelizzazione cristiana; ma la loro opera e la loro esperienza si è estesa ben al di là dell’orizzonte religioso. Gli altri, Giacomo Leopardi, Antelmo Severini e Giuseppe Tucci sono stati studiosi ed interpreti di quelle civiltà o, come Tucci, anche indefesso esploratore. Nella prima
parte di questa esposizione vengono ricordati simboli e parole chiave delle civiltà della Cina e dell’India, confucianesimo, taoismo, induismo e buddismo, i classici o i canoni di quelle dottrine, i temi sui quali i nostri orientalisti hanno richiamato per primi l’attenzione e avviato il primo proficuo confronto con analoghi concetti della nostra civiltà. In tal senso, promuovendo la reciproca
conoscenza, essi hanno infranto barriere, sciolto sospetti e dissolto paure. Essi hanno mostrato per sempre che a dividere gli uomini non sono gli oceani, i fiumi o le impervie catene montuose, ma l’ignoranza, e perciò la diffidenza e il desiderio di sopraffazione. Essi hanno anche mostrato e valorizzato i naturali fondamenti comuni tra le civiltà, come la nozione di amicizia, o quella di benevolenza, umanità o carità tra gli esseri umani, comuni all’antica cultura greca e latina, al cristianesimo, al confucianesimo, all’induismo e al buddismo. Rivelando e sottolineando queste intuizioni comuni del genere umano, i nostri orientalisti sono stati costruttori di pace e hanno perciò meritato la nostra eterna gratitudine.

Per Informazioni:

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